Ristorante "Al Calmiere"

PENSIERI IN LIBERTÀ:
“Calmiere: s.m. Prezzo massimo di vendita per alcune merci di largo consumo, spec. derrate alimentari, imposto da un'autorità in determinati periodi di tempo, allo scopo di impedire artificiosi rincari, speculazioni e sim.” *

Dove: Piazza San Zeno, 10 – Verona - Tel. +39 045 8030765
Dai Portoni al locale: 8 min, di cui 3 con massaggio integrato.
Ragione sociale: Festeggiare i 90 della nonna.
Amici Parenti: 20


Una giornata speciale che necessita di essere immortalata con testi e foto, anche sul web. Perché non sempre si ha la possibilità di festeggiare i 90 anni della nonna. E perché, diversamente da quello che pensano in molti, i 90 non segnano un punto di arrivo. Ma un punto di partenza. E impongono in certi casi una rinascita.


Date le spalle ai Portoni e con la macchina percorrete tutto Corso Cavour, con i suoi sanpietrini mancanti che vi garantiranno un prolungato e costante massaggio. Abbracciate Castelvecchio svoltando a destra. Percorrete le Rigaste San Zeno e in fondo alla via attraversate Via Berto Barbarani. Poi cercate parcheggio. Raggiungete la grande Piazza San Zeno su cui affaccia, prepotente, la Basilica. Il ristorante “Al Calmiere” si trova proprio qui sulla sinistra, a una manciata di metri dall’ingresso della chiesa.

Il ristorante nasce come osteria nel 1919. Con il desiderio di far fronte alla difficile situazione di quegli anni, i soci fondatori cercano di far abbassare il prezzo medio del mezzo litro di vino. Da qui la volontà di chiamare l’osteria “Al Calmiere”. Gli anni passano e la locanda si trasforma prima in ristorante di pesce, e poi in ristorante con tipica cucina veronese. Il locale è composto da due sale principali, inframezzate da una saletta con appendiabiti in legno, sparsi qua e là. La sensazione che si ha all’interno è quella di un tuffo nel passato. Si respira l’aria di un tempo, con i suoi mobili antichi e la lampada accesa all’ingresso. Nella grande sala interna un gigantesco camino e diversi separè in vetro che tagliano lo spazio in più punti, garantendo maggiore intimità ai clienti.

Prendiamo posto ai due tavoli e lasciamo che i camerieri servano, uno alla volta, piatti della miglior tradizione veronese. Iniziamo il pranzo con un antipasto misto di polenta e soppressa, polenta e luccio e gli sfilacci di cavallo. Proseguiamo con due primi: degli eccezionali tagliolini in brodo con i fegati di pollo e a seguire un pugno di risotto al tastasal. Necessitiamo di una piccola pausa e ci dividiamo tra chi esce per fumare una sigaretta e chi ne approfitta per scambiare due chiacchiere con il parente lontano. Eccoci dunque al secondo: bollito misto di carne, accompagnato da salsa pearà, cren, e salsa verde. È più forte di me, ma non riesco a ordinare lingua e testina, per cui il mio bollito misto è decisamente semplificato. Ripiego e insaporisco il tutto colorando il piatto con le salse e con un abbondante contorno misto di stagione. Poi altre chiacchiere. I desideri dei più anziani, le aspirazioni dei più giovani, i sorrisi senza denti dei più piccoli. Il dolce, un tortino caldo di mele e, da mangiare con il cucchiaio, fichi secchi al marsala. I vini che ci hanno tenuto compagnia: il Soave Bolla DOC, il Valpollicella Classico - Cantina Sociale Negrar e un Prosecco per il dolce.

Al termine del pranzo porgo un sacchetto alla festeggiata. Dentro, una macchina fotografica usa e getta. È un gesto simbolico, innanzitutto. Perché è fondamentale coltivare se stessi, sempre. Anche se si hanno 90 anni. E domani nessun giro di boa; la strada proseguirà diritta e riserverà nuove opportunità. Voglio che scatti 27 fotografie, permettendo alla luce di imprimersi sulla pellicola, e diventare immagine. 27 unici frammenti di vita.

Il ristorante è perfetto come pranzo della domenica e per grandi tavolate con tutti i parenti. I piatti, di una ceramica finemente decorata sui bordi, si presentano bene agli occhi dei clienti. Il servizio è abbastanza cortese. Pecca in alcuni piccoli gesti: non c’è un ordine preciso né cadenzato, nel servire le portate ai clienti di uno stesso tavolo; se vi trattenete a lungo nel locale, potreste avere l’impressione di trovarvi su un palcoscenico che cambia geografia mentre pranzate, con i separè e le colonne portavasi che vengono spostati dai camerieri, per ricreare lo spazio originale. Non sono in grado di darvi indicazioni sul prezzo. Questa volta non mi è dato saperlo. Ma potete dare un’occhiata al listino e farvi stuzzicare dai menu Vip e Low Cost, proposti sul loro sito web.

Giulietta e la piccola rivoluzione in atto.


* Dizionario Italiano Hoepli. URL consultato il 07-11-2010.

 

1 commento:

una patavina ha detto...

La sdentata grande e quella piccolina apprezzano la citazione nel tuo blog ;) ....che buoni quei fegatini!!!!!
La prossima volta opterò per qualcosa alla brace.

Continua così Giulietta!